La 3×3 European Cup di Basket: il nostro ritorno sul campo

La 3x3 European Cup di Basket: il nostro ritorno sul campo

Negli ultimi mesi passati davanti ad un computer circondati da 4 mura abbiamo sentito la necessità di tornare sul campo come fotografi. Il nostro lavoro si concentra prevalentemente nel documentare attraverso lo scatto, le manifestazioni sportive, gli eventi, i concerti e quant’altro e questo ci mancava veramente tanto.

Il fotografo per come lo intendiamo noi è colui che lavora sul campo, in giro per il mondo e a contatto con la gente, tutte cose che, almeno in parte, in quest’ultimo periodo non è stato possibile fare.

Quindi, quando abbiamo saputo che avrebbero organizzato la competizione europea di basket a 3 a Parigi, ne abbiamo subito approfittato sia per fare una piccola vacanza nella città dell’amore, sia e soprattutto per documentare l’evento tornando nei nostri luoghi preferiti: i campi da gioco.

In questo articolo voglio quindi raccontarvi come funziona il lavoro da fotografo, ma prima di addentrarci nel meccanismo bisogna dare un a piccola spiegazione sull’evento che abbiamo seguito e l’ente che si è occupato dell’organizzazione.

La 3×3 Europe Cup di Basket e la FIBA

L’evento, che si è tenuto dal 10 al 12 settembre 2021 nella città più romantica al mondo, riguarda uno sport ancora poco noto, ma che è stato per la prima volta inserito tra i giochi Olimpici di Tokyo 2020.

Sto parlando del 3×3 di basket, uno sport veloce e dinamico. Ogni partita può concludersi nel giro di 10 minuti al massimo o al raggiungimento del 21° punto, si svolge con 3 giocatori per ogni squadra e il campo di gioco è composto da un solo canestro.

L’ente che si occupa di organizzare gli eventi relativi al basketball classico, ma anche al 3×3, si chiama FIBA, la Federazione Internazionale di Basketball con cui abbiamo già avuto un contatto in occasione dell’Intercontinental Cup tenutosi a Tenerife.

La FIBA è l’organizzazione al vertice di tutto il basket mondiale, ad eccezione della NBA e governa le regole ufficiali della pallacanestro, gestisce gli eventi (mondiali, olimpiadi, coppe e quant’altro), le specifiche per le attrezzature, le squadre, gli arbitri e così via.

L’accredito fotografico

Per riuscire a partecipare come fotografi, ma anche come giornalisti o video operatori, occorre richiedere un permesso alla FIBA.

In questa richiesta saranno presenti i dati personali del fotografo o del media che deve partecipare, i lavori svolti in passato e una testata giornalistica o un’agenzia con cui si lavora.

Una volta inoltrata la richiesta bisogna attendere l’approvazione della FIBA che rilascerà l’accredito stampa, nel nostro caso l’accredito fotografico.

Avendo già lavorato con la FIBA durante la “FIBA Intercontinental Cup a Tenerife”, per noi avviare una procedura di accredito è piuttosto semplice, in quanto già ci conoscono, hanno già visto le nostre foto pubblicate e il nostro impegno nei campionati di basket italiani e spagnoli, di cui vi ho già parlato nell’articolo “La mia avventura nella Liga Endesa ACB“.

L’organizzazione del viaggio a Parigi

Ricevuto l’accredito, non ci restava altro che organizzare il viaggio a Parigi, quindi ho aperto i miei soliti strumenti di ricerca per prenotare il volo.

Volevamo uno che ci permettesse di arrivare la mattina, in modo da poter approfittare della giornata anche per visitare la città. Riuscimmo quindi a trovare un volo con Air France che partiva da Fiumicino alle 6:25 il giorno prima dell’inizio dell’evento, in modo da poter visitare la città in tutta calma.

Era la prima volta che viaggiavamo con questa compagnia e devo dire che ci siamo trovati molto bene. Puntuale, pulito e ci hanno anche dato in omaggio uno spuntino con bevanda.

Una volta trovato il volo, mancava solo l’hotel. La nostra necessità era quella di averne uno in una buona posizione, che ci permettesse di raggiungere comodamente le varie mete da visitare, ma anche e soprattutto il nostro luogo di lavoro.

Ne trovammo quindi uno tra Palais Garnier e Montmartre, nel IX arrondissement detto «dell’Opéra», una zona davvero carina con tanti ristoranti, pasticcerie, bar e locali. Un quartiere molto vivace e popolato soprattutto dai giovani.

Bene! Una volta fatte tutte le dovute prenotazioni, nonostante fossi già stata a Parigi, ci siamo informati sulle mete consigliate e su come raggiungerle perché avevo il desiderio di visitare anche altri luoghi che la scorsa volta non ero riuscita a vedere.

Abbiamo quindi creato la nostra mappa di viaggio con i punti d’interesse ben evidenziati e non restava altro che attendere il giorno della nostra partenza.

Finalmente si comincia

Siamo giunti fino a qui e non resta altro che raccontarvi come procede il lavoro.

Dopo aver ottenuto l’accredito fotografico, qualche giorno prima dalla data dell’evento, abbiamo ricevuto via e-mail la cartella stampa con tutte le informazioni utili per svolgere al meglio il nostro lavoro, le regole, gli orari di apertura e delle partite, le squadre presenti, i contatti degli organizzatori, le indicazioni sanitarie per accedere sul posto e una mappa del villaggio su cui erano indicate tutte le postazioni dei fotografi e le altre aree.

Il giorno seguente al nostro arrivo a Parigi, il 10 settembre, raggiungemmo il villaggio in cui si è tenuta la competizione. Una bellissima location vicino alla Torre Eiffel che faceva da sfondo al campo da gioco. Il villaggio è stato allestito ai Giardini del Trocadero che si estendono dal Palais de Chaillot alla Senna e sono famosi per la bellissima fontana di Varsavia posta nel mezzo.

La 3x3 European Cup di Basket: il nostro ritorno sul campo

Quindi, una volta giunti al villaggio e con il nostro green pass alla mano siamo andati a ritirare l’accredito per poter entrare ed iniziare il nostro lavoro.

Ci sono vari tipi di accredito ed ognuno dà diritto di accesso a determinate aree. Con il nostro avevamo la possibilità di girare tutto il villaggio, entrare nell’ufficio stampa ed andare a bordo campo.

La prima cosa che abbiamo fatto è stata raggiungere il Media Centre (l’ufficio stampa) dove noi durante e a fine giornata elaboriamo le foto da spedire alle testate giornalistiche ed agenzie.

Al nostro ingresso ci hanno dato dei piccoli omaggi e la casacca da fotografo che abbiamo indossato per tutto il tempo della nostra permanenza al villaggio. Le casacche sono numerate, quindi bisognava far attenzione a non lasciarle in giro o perderle perché al termine vanno riconsegnate alla FIBA.

Una volta in sala stampa ci accomodiamo ad un tavolo, prepariamo quindi l’attrezzatura fotografica e attendiamo l’inizio delle competizioni.

Nel frattempo facciamo due chiacchiere con i colleghi e con i responsabili dell’ufficio stampa, pronti ad aiutarci in qualsiasi situazione. Avevamo a disposizione un frigorifero con delle bevande e ogni giorno ci davano dei ticket per poter andare a prendere la nostra cena.

Ora non ci restava altro che raggiungere il campo da gioco e iniziare a scattare.

Le partite sono state molte e tutte ravvicinate tra loro, iniziavano dal primo pomeriggio fino alla sera intorno alle 23.00.

In alcuni momenti, quindi, eravamo costretti a fermarci per elaborare le foto ed inviarle alle agenzie.

E’ stata un’esperienza sicuramente bella come del resto anche le altre in passato, ma anche frenetica e stancante. 

Nonostante il peso delle macchine fotografiche sulle braccia e il mal di schiena nel corso delle giornate, per me vale sicuramente la pena intraprendere questo tipo di esperienza e, soprattutto, sono davvero contenta di aver fatto finalmente ritorno sul campo.

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Elena Vizzoca

Ciao! Mi chiamo Elena e sono una fotografa freelance. Ho seguito manifestazioni sportive nazionali e internazionali, concerti, spettacoli e moda. La mia passione per i viaggi mi ha portato ad ampliare il mio sito fotografico, inserendo la sezione travel, dove, attraverso le mie foto, racconto le mie esperienze di viaggio e le mie emozioni.

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